
I Superdownhome sono Henrry Sauda e Beppe Facchetti, un duo blues legato alla tradizione rurale con contaminazioni rock’n’roll, country, folk e punk. Ieri sera, 15 luglio, al Pistoia Blues hanno suonato un paio di canzoni soltanto, per via del poco tempo a disposizione, ma sono bastate a farli rendere memorabili. Non hanno avuto bisogno di presentazioni: sin dal loro aspetto, curatissimi in completo giacca e pantaloni vintage, cappello e occhiali old style, noi del pubblico abbiamo capito che avevamo a che fare con un duo ricercato, preciso e professionale, ma soprattutto appassionato.
Twenty-four days è il loro album, i cui brani eseguiti ci hanno trasportati nel deserto americano, una musica da viaggio sulla route 66. Gli strumenti erano all’apparenza molto particolari e catturavano la nostra attenzione: la Cigarbox, la cassa ma anche la voce, roca, bassa, intensa e quindi caratteristica, sono stati un mix avvincente.
Il blues è una musica di ribellione ma anche di riflessione, evocativa e dolente, un lungo viaggio che grazie ai Superdownhome possiamo intraprendere insieme: ci hanno accompagnato e intrattenuto per una piccola tappa nel viaggio della serata finale del Pistoia Blues Festival, e possiamo star sicuri che questo viaggio ci riporterà tutti down home.