Il Funambolo di Lucca ha trasformato la sua città in una tavolozza

Nato a Lucca e diplomato quasi con il massimo dei voti, Francesco Zavattari ha lasciato l’università e ha intrapreso la sua carriera facendo molteplici lavori come, tele, installazioni giganti, videoarte, regia teatrale e vari dipinti a mano avvicinandosi all’arte cubana. Il suo comune denominatore è la qualità. Una cosa la si fa se la si sa fare bene, altrimenti meglio non farla.
Per lui l’arte è sempre stata qualcosa di cui far parte, non solo di cui fruire, non si è mai sentito semplicemente uno spettatore, sentiva di avere sempre un certo legame con l’arte e per questo non è diventato un artista perché gli piaceva, ma perché sapeva di esserlo, se lo sentiva dentro di sè questo dono. O lo sei o non lo sei. E’ ciò che divide, in primis, la semplice passione dal professionismo.
Le opere di Zavattari – esposte in tutta Italia, e in buona parte dell’Europa come Polonia e Portogallo – mostrano molto chiaramente la sua passione e il suo legame con l’arte,lui trasformava ogni suo ricordo come un dipinto, come ad esempio la bellezza di ciò che lo circondava.
Accenna ai nuovi lavori: Tavolozze (una serie di piccole opere in miniatura realizzate su un supporto rigido, andato a battesimo a Roma) e (Mind)blowing («una serie scultorea che prevede opere di grandi dimensioni principalmente per spazi pubblici, fatto in modo che tutti potessero scoprire la sua arte in ambito cromatico e artistico.
Le sue opere sono state spesso ispirate dalla sua città natale, Lucca, che sia di notte o di giorno («ha il potere di trasformarsi in un luogo ancora più magico e senza tempo»), ma l’artista apprezza non solo l’ambiente, ma anche la gastronomia e le persone che la abitano. Egli apprende e prende tutto così da poterlo trasformare nella sua arte.
Fonte: Il Tirreno Lucca