Il digiuno intermittente è uno dei sistemi dietetici, ad oggi, più popolari di tutto il mondo. Questa popolarità nasce dal fatto che una buona fetta di utenti ha dichiarato, facendo il paragone con altri metodi, una più facile gestione dell’appetito, risultati decisamente migliori sia nel dimagrimento che nel ripristino dei parametri metabolici alterati (quali glicemia, pressione, uricemia ecc.).
Tuttavia, sia per ragioni mediche che anche per attitudine comportamentale, il digiuno intermittente non può essere considerata una pratica adatta ad ogni corpo ed oggi, in questo articolo, ci occuperemo proprio di questo. Iniziamo facendo un po’ più di chiarezza e diciamo che il digiuno intermittente è un modello alimentare dimagrante (dieta ipocalorica) che prevede l’astensione dal cibo per un lasso di tempo più lungo “del normale”, che solitamente è infatti compreso tra le 12 e le 40 ore.
Durante questo digiuno sono ammessi solo acqua, caffè senza zucchero e tutte le bevande prive di calorie e non sono, quindi, tollerati cibi solidi e bevande zuccherate. Affinché questo digiuno intermittente abbia senso, è necessario seguire un intake alimentare complessivamente normale (normocalorico): per fare un esempio, se un soggetto digiunasse 24h e seguisse una normocalorica il giorno dopo, nel complesso avrebbe apportato una decurtazione energetica che sarebbe pari al 50% delle kcal.
Per migliorare la compliance al sistema, quindi, la maggior parte delle routine di digiuno intermittente iniziano con dei periodi di astensione che stanno al di sotto delle 24 ore. Quella di digiunare è infatti una capacità per così dire “allenabile”. Ma arrivati a questo punto, vediamo insieme qui di seguito, quali sono 5 modelli alimentari più utilizzati per applicare il digiuno intermittente.
- Time-restricted eating (mangiare a tempo limitato): implica il digiuno quotidiano per almeno 12 ore e di mangiare nelle ore rimanenti;
- 5:2 diet (dieta 5:2): prevede di mangiare normalmente per 5 giorni e di limitare l’apporto calorico a 500-600 kcal negli altri 2 giorni della settimana;
- Eat-Stop-Eat (mangia-stop-mangia): richiede un digiuno di 24 ore 2 volte alla settimana;
- Alternate-day fasting (digiuno a giorni alterni): impone di alternare i giorni di alimentazione normale a quelli di digiuno totale;
- Warrior diet (dieta del guerriero): suggerisce di mangiare piccole quantità di frutta e verdura crude durante l’arco della giornata e di mangiare un solo pasto abbondante di notte.
E’ il caso di precisare che questo tipo di dieta viene considerata “abbastanza” sicura per la maggior parte delle persone ma non bisogna dimenticare di avere una certa cautela, specie in caso di suscettibilità individuale a situazione quali ipoglicemia, pressione bassa, anemia e capogiri o svenimenti. Inoltre, limitare l’apporto calorico è assolutamente sconsigliato, soprattutto per periodi di tempo più lunghi, in caso di:
- età di sviluppo;
- gravidanza e allattamento;
- determinate patologie;
- alcune terapie farmacologiche
- persone affette di disturbi del comportamento alimentare.