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Italian Brainrot: il meme virale che ha conquistato TikTok

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di Redazione

30/07/2025

TITOLO
Tralalero Tralala. Ballerina Cappuccina. Brr Brr Patapim. A pronunciarli ad alta voce sembrano nonsense da cartone anni '60. Eppure sono i nomi delle creature AI del fenomeno Italian Brainrot, il meme virale nato su TikTok a inizio 2025 che ha già superato 300 milioni di visualizzazioni tra clip, remix, doppiaggi e reaction. Un paradosso digitale dove assurdità, estetica infantile e vocine sintetiche si mescolano senza logica apparente — e forse proprio per questo affascinano la Gen Z e la generazione Alpha.

Da dove nasce il caos

Il format si sviluppa attorno a personaggi surreali creati con l’intelligenza artificiale, animati da voci glitchate e spesso italianizzate con dizioni comicamente distorte. I soggetti sono mostriciattoli buffi con cappelli da cuoco, calzini volanti o occhi giganti. La sceneggiatura è inesistente: «Pistacchioooo!» o «Sono la tua ballerina da incubo!» bastano per scatenare milioni di like. La maggior parte dei video nasce su TikTok, ma si diffonde anche su YouTube Shorts e Discord, dove esistono server dedicati.

Meme o esperimento sociale?

Secondo alcuni analisti culturali, Brainrot è lo specchio di una generazione abituata alla saturazione di contenuti: più l’informazione è frammentata e assurda, più risulta familiare. C’è chi lo considera un’estensione di trend precedenti come Skibidi Toilet o le AI covers, ma con una declinazione linguistica precisa: l’italiano finto, maccheronico e ultra-emotivo. Alcuni educatori sollevano dubbi sugli effetti nei bambini più piccoli, attratti dai colori e dai suoni, ma incapaci di distinguere il senso.

Oltre il meme: giochi, app e spin-off

La viralità del Brainrot ha dato vita a un’economia parallela: sticker, giochi per browser, filtri per Instagram, peluche 3D stampati su Etsy. Alcuni programmatori hanno perfino realizzato chatbot e mini-game con i personaggi del meme. E ora si parla di una possibile serie animata in stile “Adult Swim” in arrivo su piattaforme digitali. Il bello — o l’inquietante — è che nessuno sa chi abbia iniziato tutto. E il prossimo personaggio potrebbe essere generato stanotte, da qualche prompt sbagliato... o troppo perfetto.
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